quinta-feira, 30 de abril de 2015

COSTITUZIONE APOSTOLICA QUO PRIMUM TEMPORE di Sua Santità San Pio V


COSTITUZIONE  APOSTOLICA QUO  PRIMUM  TEMPORE
 
Per la promulgazione del Messale Romano come Rituale da utilizzarsi in tutto il Mondo

di Sua Santità
Pio V
 
I
Fin dal tempo della Nostra elevazione al sommo vertice dell'Apostolato, abbiamo rivolto l'animo, i pensieri e tutte le Nostre forze alle cose riguardanti il Culto della Chiesa, per conservarlo puro, e, a tal fine, ci siamo adoperati con tutto lo zelo possibile a preparare e, con l'aiuto di Dio, mandare ad effetto i provvedimenti opportuni. E poiché, tra gli altri Decreti del sacro Concilio di Trento, ci incombeva di eseguire quelli di curare l'edizione emendata dei Libri Santi, del Messale, del Breviario e del Catechismo, avendo già, con l'approvazione divina, pubblicato il Catechismo, destinato all'istruzione del popolo, e corretto il Breviario, perché siano rese a Dio le lodi dovutegli, ormai era assolutamente necessario che pensassimo quanto prima a ciò che restava ancora da fare in questa materia, cioè pubblicare il Messale, e in tal modo che rispondesse al Breviario: cosa opportuna e conveniente, poiché come nella Chiesa di Dio uno solo è il modo di salmodiare, cosí sommamente conviene che uno solo sia il rito per celebrare la Messa.
II
Per la qual cosa abbiamo giudicato di dover affidare questa difficile incombenza a uomini di eletta dottrina. E questi, infatti, dopo aver diligentemente collazionato tutti i codici raccomandabili per la loro castigatezza ed integrità - quelli vetusti della Nostra Biblioteca Vaticana e altri ricercati da ogni luogo - e avendo inoltre consultato gli scritti di antichi e provati autori, che ci hanno lasciato memorie sul sacro ordinamento dei medesimi riti, hanno infine restituito il Messale stesso nella sua antica forma secondo la norma e il rito dei santi Padri.
III
Pertanto, dopo matura considerazione, abbiamo ordinato che questo Messale, già cosí riveduto e corretto, venisse quanto prima stampato a Roma, e, stampato che fosse, pubblicato, affinché da una tale intrapresa e da un tale lavoro tutti ne ricavino frutto: naturalmente, perché i sacerdoti comprendano di quali preghiere, di qui innanzi, dovranno servirsi nella celebrazione della Messa, quali riti e cerimonie osservare. 
IV
Perciò, affinché tutti e dovunque adottino e osservino le tradizioni della santa Chiesa Romana, Madre e Maestra delle altre Chiese, ordiniamo che nelle chiese di tutte le Provincie dell'orbe Cristiano: - nelle Patriarcali, Cattedrali, Collegiate e Parrocchiali del clero secolare, come in quelle dei Regolari di qualsiasi Ordine e Monastero, maschile e femminile, nonché in quelle degli Ordini militari, nelle private o cappelle - dove a norma di diritto o per consuetudine si celebra secondo il rito della Chiesa Romana, in avvenire e senza limiti di tempo, la Messa, sia quella Conventuale cantata presente il coro, sia quella semplicemente letta a bassa voce, non potrà essere cantata o recitata in altro modo da quello prescritto dall'ordinamento del Messale da Noi pubblicato; e ciò, anche se le summenzionate Chiese, comunque esenti, usufruissero di uno speciale indulto della Sede Apostolica, di una legittima consuetudine, di un privilegio fondato su dichiarazione giurata e confermato dall'Autorità Apostolica, e di qualsivoglia altra facoltà.
V
Non intendiamo tuttavia, in alcun modo, privare del loro ordinamento quelle tra le summenzionate Chiese che, o dal tempo della loro istituzione, approvata dalla Sede Apostolica, o in forza di una consuetudine, possono dimostrare un proprio rito ininterrottamente osservato per oltre duecento anni. Tuttavia, se anche queste Chiese preferissero far uso del Messale che abbiamo ora pubblicato, Noi permettiamo che esse possano celebrare le Messe secondo il suo ordinamento alla sola condizione che si ottenga il consenso del Vescovo o dell'Ordinario, e di tutto il Capitolo.
VI
Invece, mentre con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, priviamo tutte le summenzionate Chiese dell'uso dei loro Messali, che ripudiamo in modo totale e assoluto, stabiliamo e comandiamo, sotto pena della Nostra indignazione, che a questo Nostro Messale, recentemente pubblicato, nulla mai possa venir aggiunto, detratto, cambiato. Dunque, ordiniamo a tutti e singoli i Patriarchi e Amministratori delle suddette Chiese, e a tutti gli ecclesiastici, rivestiti di qualsiasi dignità, grado e preminenza, non esclusi i Cardinali di Santa Romana Chiesa, facendone loro severo obbligo in virtú di santa obbedienza, che, in avvenire abbandonino del tutto e completamente rigettino tutti gli altri ordinamenti e riti, senza alcuna eccezione, contenuti negli altri Messali, per quanto antichi essi siano e finora soliti ad essere usati, e cantino e leggano la Messa secondo il rito, la forma e la norma, che Noi abbiamo prescritto nel presente Messale; e, pertanto, non abbiano l'audacia di aggiungere altre cerimonie o recitare altre preghiere che quelle contenute in questo Messale.
VII
Anzi, in virtú dell'Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l'Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: cosí che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d'altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale.
VIII
Similmente decretiamo e dichiariamo che le presenti Lettere in nessun tempo potranno venir revocate o diminuite, ma sempre stabili e valide dovranno perseverare nel loro vigore. E ciò, non ostanti: precedenti costituzioni e decreti Apostolici; costituzioni e decreti, tanto generali che particolari, pubblicati in Concilii sia Provinciali che Sinodali; qualunque statuto e consuetudine in contrario, nonché l'uso delle predette Chiese, fosse pur sostenuto da prescrizione lunghissima e immemorabile, ma non superiore ai duecento anni.
IX
Inoltre, vogliamo e, con la medesima Autorità, decretiamo che, avvenuta la promulgazione della presente Costituzione, e seguita l'edizione di questo Messale, tutti siano tenuti a conformarvisi nella celebrazione della Messa cantata e letta: i Sacerdoti della Curia Romana, dopo un mese; quelli che sono di qua dei monti, dopo tre mesi; quelli che sono di là dei monti, dopo sei mesi o appena sarà loro proposto in vendita.
X
Affinché poi questo Messale sia ovunque in tutta la terra preservato incorrotto e intatto da mende ed errori, ingiungiamo a tutti gli stampatori di non osare o presumere di stamparlo, metterlo in vendita o riceverlo in deposito, senza la Nostra autorizzazione o la speciale licenza del Commissario Apostolico, che Noi nomineremo espressamente nei diversi luoghi a questo scopo: cioè, se prima detto Commissario non avrà fatta all'editore piena fede che l'esemplare, che deve servire di norma per imprimere gli altri, è stato collazionato con il Messale stampato in Roma secondo la grande edizione, e che gli è conforme e in nulla ne discorda; sotto pena, in caso contrario, della perdita dei libri e dell'ammenda di duecento ducati d'oro da devolversi  ipso facto alla Camera Apostolica, per gli editori che sono nel Nostro territorio e in quello direttamente o indirettamente soggetto a Santa Romana Chiesa: della scomunica latæ sententiæ e di altre pene a Nostro arbitrio, per quelli che risiedono in qualsiasi altra parte della terra.
XI
Data però la difficoltà di trasmettere le presenti Lettere nei varii luoghi dell'orbe Cristiano, e di portarle alla conoscenza di tutti il piú presto possibile, Noi prescriviamo che esse vengano affisse e pubblicate come di consueto alle porte della Basilica del Principe degli Apostoli e della Cancelleria Apostolica, e in piazza di Campo dei Fiori, dichiarando che sia nel mondo intero accordata pari e indubitata fede agli esemplari delle medesime, anche stampati, purché sottoscritti per mano di pubblico notaio e muniti del sigillo di persona costituita in dignità ecclesiastica, come se queste stesse Lettere fossero mostrate ed esibite.
XII
Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l'audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.
Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno diciannove di luglio dell'anno millecinquecentosettanta, quinto del nostro pontificato.
 

APOSTOLIC CONSTITUTION QUO PRIMUM Pope St. Pius V

APOSTOLIC CONSTITUTION

QUO PRIMUM
Pope St. Pius V - July 14, 1570
From the very first, upon Our elevation to the chief Apostleship, We gladly turned our mind and energies and directed all our thoughts to those matters which concerned the preservation of a pure liturgy, and We strove with God's help, by every means in our power, to accomplish this purpose. For, besides other decrees of the sacred Council of Trent, there were stipulations for Us to revise and re-edit the sacred books: the Catechism, the Missal and the Breviary. With the Catechism published for the instruction of the faithful, by God's help, and the Breviary thoroughly revised for the worthy praise of God, in order that the Missal and Breviary may be in perfect harmony, as fitting and proper - for its most becoming that there be in the Church only one appropriate manner of reciting the Psalms and only one rite for the celebration of Mass - We deemed it necessary to give our immediate attention to what still remained to be done, viz, the re-editing of the Missal as soon as possible.
Hence, We decided to entrust this work to learned men of our selection. They very carefully collated all their work with the ancient codices in Our Vatican Library and with reliable, preserved or emended codices from elsewhere. Besides this, these men consulted the works of ancient and approved authors concerning the same sacred rites; and thus they have restored the Missal itself to the original form and rite of the holy Fathers. When this work has been gone over numerous times and further emended, after serious study and reflection, We commanded that the finished product be printed and published as soon as possible, so that all might enjoy the fruits of this labor; and thus, priests would know which prayers to use and which rites and ceremonies they were required to observe from now on in the celebration of Masses.
Let all everywhere adopt and observe what has been handed down by the Holy Roman Church, the Mother and Teacher of the other churches, and let Masses not be sung or read according to any other formula than that of this Missal published by Us. This ordinance applies henceforth, now, and forever, throughout all the provinces of the Christian world, to all patriarchs, cathedral churches, collegiate and parish churches, be they secular or religious, both of men and of women - even of military orders - and of churches or chapels without a specific congregation in which conventual Masses are sung aloud in choir or read privately in accord with the rites and customs of the Roman Church. This Missal is to be used by all churches, even by those which in their authorization are made exempt, whether by Apostolic indult, custom, or privilege, or even if by oath or official confirmation of the Holy See, or have their rights and faculties guaranteed to them by any other manner whatsoever.
This new rite alone is to be used unless approval of the practice of saying Mass differently was given at the very time of the institution and confirmation of the church by Apostolic See at least 200 years ago, or unless there has prevailed a custom of a similar kind which has been continuously followed for a period of not less than 200 years, in which most cases We in no wise rescind their above-mentioned prerogative or custom. However, if this Missal, which we have seen fit to publish, be more agreeable to these latter, We grant them permission to celebrate Mass according to its rite, provided they have the consent of their bishop or prelate or of their whole Chapter, everything else to the contrary notwithstanding.
All other of the churches referred to above, however, are hereby denied the use of other missals, which are to be discontinued entirely and absolutely; whereas, by this present Constitution, which will be valid henceforth, now, and forever, We order and enjoin that nothing must be added to Our recently published Missal, nothing omitted from it, nor anything whatsoever be changed within it under the penalty of Our displeasure.
We specifically command each and every patriarch, administrator, and all other persons or whatever ecclesiastical dignity they may be, be they even cardinals of the Holy Roman Church, or possessed of any other rank or pre-eminence, and We order them in virtue of holy obedience to chant or to read the Mass according to the rite and manner and norm herewith laid down by Us and, hereafter, to discontinue and completely discard all other rubrics and rites of other missals, however ancient, which they have customarily followed; and they must not in celebrating Mass presume to introduce any ceremonies or recite any prayers other than those contained in this Missal.
Furthermore, by these presents [this law], in virtue of Our Apostolic authority, We grant and concede in perpetuity that, for the chanting or reading of the Mass in any church whatsoever, this Missal is hereafter to be followed absolutely, without any scruple of conscience or fear of incurring any penalty, judgment, or censure, and may freely and lawfully be used. Nor are superiors, administrators, canons, chaplains, and other secular priests, or religious, of whatever title designated, obliged to celebrate the Mass otherwise than as enjoined by Us. We likewise declare and ordain that no one whosoever is forced or coerced to alter this Missal, and that this present document cannot be revoked or modified, but remain always valid and retain its full force notwithstanding the previous constitutions and decrees of the Holy See, as well as any general or special constitutions or edicts of provincial or synodal councils, and notwithstanding the practice and custom of the aforesaid churches, established by long and immemorial prescription - except, however, if more than two hundred years' standing.
It is Our will, therefore, and by the same authority, We decree that, after We publish this constitution and the edition of the Missal, the priests of the Roman Curia are, after thirty days, obliged to chant or read the Mass according to it; all others south of the Alps, after three months; and those beyond the Alps either within six months or whenever the Missal is available for sale. Wherefore, in order that the Missal be preserved incorrupt throughout the whole world and kept free of flaws and errors, the penalty for nonobservance for printers, whether mediately or immediately subject to Our dominion, and that of the Holy Roman Church, will be the forfeiting of their books and a fine of one hundred gold ducats, payable ipso facto to the Apostolic Treasury. Further, as for those located in other parts of the world, the penalty is excommunication latae sententiae, and such other penalties as may in Our judgment be imposed; and We decree by this law that they must not dare or presume either to print or to publish or to sell, or in any way to accept books of this nature without Our approval and consent, or without the express consent of the Apostolic Commissaries of those places, who will be appointed by Us. Said printer must receive a standard Missal and agree faithfully with it and in no wise vary from the Roman Missal of the large type (secundum magnum impressionem).
Accordingly, since it would be difficult for this present pronouncement to be sent to all parts of the Christian world and simultaneously come to light everywhere, We direct that it be, as usual, posted and published at the doors of the Basilica of the Prince of the Apostles, also at the Apostolic Chancery, and on the street at Campo Flora; furthermore, We direct that printed copies of this same edict signed by a notary public and made official by an ecclesiastical dignitary possess the same indubitable validity everywhere and in every nation, as if Our manuscript were shown there. Therefore, no one whosoever is permitted to alter this notice of Our permission, statute, ordinance, command, precept, grant, indult, declaration, will, decree, and prohibition. Would anyone, however, presume to commit such an act, he should know that he will incur the wrath of Almighty God and of the Blessed Apostles Peter and Paul.
Given at St. Peter's in the year of the Lord's Incarnation, 1570, on the 14th of July of the Fifth year of Our Pontificate.

San Pío V - Sumo Pontífice (1572) - Fiesta Abril 30


San Pío V - Sumo Pontífice (1572) - Fiesta Abril 30

miércoles, 29 de abril de 2015|
Es interesante el mensaje que el Pontífice envió felicitando a los ejércitos vencedores. Dice así:


"No fueron las técnicas,
no fueron las armas,
las que nos
consiguieron la victoria.
Fue la intercesión de la
Santísima Virgen María,
Madre de Dios"

Oración

En este tiempo de tanta proliferación de protestantismo por todas partes, que este valiente defensor de la Iglesia ruegue por nosotros. "Si tú haces algo por la Virgen María, la Virgen hará mucho por ti"

Historia

Nació en un pueblo llamado Bosco, en Italia, en 1504. Sus padres eran muy piadosos pero muy pobres. Aunque era un niño muy inteligente, sin embargo hasta los 14 años tuvo que dedicarse a cuidar ovejas en el campo, porque los papás no tenían con qué costearle estudios. Pero la vida retirada en la soledad del campo le sirvió mucho para dedicarse a la piedad y a la meditación, y la gran pobreza de la familia le fue muy útil para adquirir gran fortaleza para soportar los sufrimientos de la vida. Más tarde será también Pastor de toda la Iglesia.

Una familia rica notó que su hijo Antonio se comportaba mejor desde que era amigo de nuestro santo, y entonces dispuso costearle los estudios para que acompañara a Antonio y le ayudara a ser mejor. Y así pudo ir a estudiar con los Padres Dominicos y llegar a ser religiosos de esa comunidad. Nunca olvidará el futuro Pontífice este gran favor de tan generosa familia. En la comunidad le fueron dando cargos de mucha importancia: Maestro de novicios, Superior de varios conventos. Y muy pronto el Santo Padre, el Papa, lo nombró Obispo. Tenía especiales cualidades para gobernar.

Como el protestantismo estaba invadiendo todas las regiones y amenazaba con quitarle la verdadera fe a muchísimos católicos, el Papa nombró a nuestro santo como encargado de la asociación que en Italia defendía a la verdadera religión. Y él, viajando casi siempre a pie y con gran pobreza, fue visitando pueblos y ciudades, previniendo a los católicos contra los errores de los evangélicos y luteranos, y oponiéndose fuertemente a todos los que querían atacar nuestra religión. Muchas veces estuvo en peligro de ser asesinado, pero nunca se dejaba vencer por el temor. Con los de buena voluntad era sumamente bondadoso y generoso, pero para con los herejes demostraba su gran ciencia y sus dotes oratorias y los iba confundiendo y alejando, en los sitios a donde llegaba. El Papa, para premiarle sus valiosos servicios y para tenerlo cerca de él como colaborador en Roma, lo nombró Cardenal y encargado de dirigir toda la lucha en la Iglesia Católica en defensa de la fe y contra los errores de los protestantes.

Al morir el Papa Pío IV, San Carlos Borromeo les dijo a los demás cardenales que el candidato más apropiado para ser elegido Papa, era este santo cardenal. Y lo eligieron y tomó el nombre de Pío Quinto. Antes se llamaba Antonio Chislieri. Antes se acostumbraba que al posesionarse del cargo un nuevo Pontífice, se diera un gran banquete a los embajadores y a los jefes políticos y militares de Roma. Pío Quinto ordenó que todo lo que se iba a gastar en ese banquete, se empleará en darles ayudas a los pobres y en llevar remedios para los enfermos más necesitados de los hospitales. Cuando recién posesionado, iba en procesión por Roma, vio en una calle al antiguo amigo Antonio, aquel cuyos papás le habían costeado a él los estudios y lo llamó y lo nombró gobernador del Castillo Santángelo, que era el cuartel del Papa. La gente se admiró al saber que el nuevo Pontífice había sido un niño muy pobre y comentaban que había llegado al más alto cargo en la Iglesia, siendo de una de las familias más pobres del país.

Pío Quinto parecía un verdadero monje en su modo de vivir, de rezar y de mortificarse. Comía muy poco. Pasaba muchas horas rezando. Tenía tres devociones preferidas:


  1. La Eucaristía: Celebraba la Misa con gran fervor y pasaba largos ratos de rodillas ante el Santo Sacramento.
  2. El Rosario: Que recomendaba a todos los que podía.
  3. La Santísima Virgen: Por la cual sentía una gran devoción y mucha confianza, y de quien obtuvo maravillosos favores.
Las gentes comentaban admiradas: "Éste sí que era el Papa que la gente necesitaba". Lo primero que ordenó fue que todo obispo y que todo párroco debía vivir en el sitio para donde habían sido nombrados (porque había la dañosa costumbre de que se iban a vivir a las ciudades y descuidaban la diócesis o la parroquia para la cual los habían nombrado). Prohibió la pornografía. Hizo perseguir y poner presos a los centenares de bandoleros que atracaban a la gente en los alrededores de Roma. Visitaba frecuentemente hospitales y casas de pobres para ayudar a los necesitados. Puso tal orden en Roma que los enemigos le decían que él quería convertir a Roma en un monasterio, pero los amigos proclamaban que en 300 años no había habido un Papa tan santo como él. Las gentes obedecían sus leyes porque le profesaban una gran veneración.

En las procesiones con el Santísimo Sacramento, los fieles se admiraban al verlo llevar la custodia, con los ojos fijos en la Santa Hostia, y recorriendo a pie las calles de Roma con gran piedad y devoción. Parecía estar viendo a Nuestro Señor. Publicó un Nuevo Misal y una nueva edición de La Liturgia de Las Horas, o sea los 150 Salmos que los sacerdotes deben rezar. Publicó también un Catecismo Universal. Dio gran importancia a la enseñanza de las doctrinas de Santo Tomás de Aquino en los seminarios, porque por no haber aprendido esas enseñanzas muchos sacerdotes se habían vuelto protestantes.

Los mahometanos amenazaban con invadir a toda Europa y acabar con la Religión Católica. Venían desde Turquía destruyendo a sangre y fuego todas las poblaciones católicas que encontraban. Y anunciaron que convertirían la Basílica de San Pedro en pesebrera para sus caballos. Ningún rey se atrevía a salir a combatirlos. Pío Quinto con la energía y el valor que le caracterizaban, impulsó y buscó insistentemente la ayuda de los jefes más importantes de Europa. Por su cuenta organizó una gran armada con barcos dotados de lo mejor que en aquel tiempo se podía desear para una batalla. Obtuvo que la república de Venecia le enviara todos sus barcos de guerra y que el rey de España, Felipe II, le colaborara con todas sus naves de combate. Y así organizó una gran flota para ir a detener a los turcos que venían a tratar de destruir la religión de Cristo. Y con su bendición los envió a combatir en defensa de la religión.

Puso como condición para estar seguros de obtener de Dios la victoria, que todos los combatientes deberían ir bien confesados y habiendo comulgado. Hizo llegar una gran cantidad de frailes capuchinos, franciscanos y dominicos para confesar a los marineros y antes de zarpar, todos oyeron Misa y comulgaron. Mientras ellos iban a combatir en las aguas del mar, el Papa y las gentes piadosas de Roma recorrían las calles, descalzos, rezando el Rosario para pedir la victoria. Los mahometanos los esperaban en el mar lejano con 60 barcos grandes de guerra, 220 barcos medianos, 750 cañones, 34.000 soldados especializados, 13.000 marineros y 43.000 esclavos que iban remando. El ejército del Papa estaba dirigido por Don Juan de Austria (hermano del rey de España). Los católicos eran muy inferiores en número a los mahometanos.


Los dos ejércitos se encontraron en el Golfo de Lepanto, cerca de Grecia. El Papa Pío Quinto oraba por largos ratos con los brazos en cruz, pidiendo a Dios la victoria de los cristianos. Los jefes de la armada católica hicieron que todos sus soldados rezaran el Rosario antes de empezar la batalla. Era el 7 de octubre de 1571 a mediodía. Todos combatían con admirable valor, pero el viento soplaba en dirección contraria a las naves católicas, y por eso había que emplear muchas fuerzas remando. Y he aquí que de un momento a otro, misteriosamente el viento cambió de dirección y entonces los católicos, soltando los remos se lanzaron todos al ataque. Uno de esos soldados era Miguel de Cervantes, el que escribió "El Quijote".

Don Juan de Austria con los suyos atacó la nave capitana de los mahometanos donde estaba un supremo Almirante, Alí, le dieron muerte a éste e inmediatamente los demás empezaron a retroceder espantados. En pocas horas, quedaron prisioneros 10.000 mahometanos. De sus barcos fueron hundidos 111 y 117 quedaron en poder de los vencedores. 12.000 esclavos que estaban remando en poder de los turcos quedaron libres.

En aquel tiempo las noticias duraban mucho en llegar y Lepanto quedaba muy lejos de Roma. Pero Pío Quinto que estaba tratando asuntos con unos cardenales, de pronto se asomó a la ventana, miró hacia el cielo, y les dijo emocionado:
"Dediquémonos a darle gracias a Dios y a la Virgen Santísima, porque hemos conseguido la victoria"
Varios días después llegó desde el lejano Golfo de Lepanto, la noticia del enorme triunfo. El Papa en acción de gracias mandó que cada año se celebre el 7 de octubre, la Fiesta de Nuestra Señora del Rosario y que en las letanías se colocara esta oración:

"María, Auxilio de los cristianos, ruega por nosotros"
Propagador del título de Auxiliadora fue este Pontífice nacido en un pueblecito llamado Bosco. Más tarde un sacerdote llamado San Juan Bosco, será el propagandista de la devoción a María Auxiliadora.


Pío Quinto murió el 1 de mayo de 1572 a los 68 años de edad y fue declarado santo por el Papa Clemente XI en 1712.

Fuente - Texto tomado de EWTN: